artimestieri cooperativa sociale solo bioedilizia Occupazione, lavoro, economia, giovani

Sono un campione nelle attività che non rendono!

Ho passato la vita a fare cose che, secondo il sentire comune "non rendono", tante attività che realizzano la persona, importanti per una comunità più solidale, per un ambiente migliore, per una economia a misura d'uomo, per l'agricoltura biologica, insomma tutte cose bellissime ma...

Dopo le superiori, invece che fare come i miei amici che sono entrati subito a lavorare (negli anni 70 era così che andava) in posti sicuri: nell'industria, all'Enel o in banca o nel settore pubblico, ho passato 3 anni a fare l'obiettore di coscienza (20 mesi + 16 mesi di attesa/punizione) era così che lo stato disincentivava/puniva chi era per la pace e si opponeva al servizio militare obbligatorio.

Da lì è partita una ricerca che ancora oggi mi affascina ma che evidentemente non era finalizzata a far soldi. Professionalmente, dopo un periodo di boscaiolo, ho fatto il falegname: prima in proprio, poi in società e poi in cooperativa sociale. Un artigiano può costruire cose normali "che rendono" oppure può fare come me e dedicarsi a progettare e costruire (ecologicamente) telai per tessitura artigianale, essicatori solari per la frutta e la verdura, canne d'organo, sedie e tavoli ergonomici, letti senza ferramenta, armadi con cardini in legno, massaggiatori per il corpo, madie per la lievitazione del pane, leggii regolabili per la lettura comoda dei libri e altri ammenicoli accomunati dal fatto che durava molto di più la fase di progettazione e sperimentazione che quella di commercializzazione.

Data la scarsa redditività della falegnameria sono passato alla Bioedilizia (altro settore di sicuro successo) ora l'iniziativa più importante che assorbe le mie energie è la raccolta del tappo di sughero usato delle bottiglie, per salvare dalla dispersione nell'ambiente una preziosa risorsa e farne dei prodotti sani per l'isolamento termico e acustico degli edifici.

Anche nel tempo libero mi sono dato da fare e ho imparato e praticato molte attività: fare il pane in casa (partendo anche dalla pulizia e macinazione dei chicchi di Frumento), fare la pasta, ho fatto il formaggio (anche stagionato). Ho fatto lo Yogurt, il burro e i germogli.

Faccio l'orto (aiuto mia moglie) poto e seguo gli alberi da frutta e ho fatto il vino (da solo 3 volte). Ho fatto il sapone, distillato erbe e essiccato frutta e verdura. Dopo aver costruito i telai per la tessitura artigianale ho imparato a tessere, ho lavorato a maglia (con i ferri, non con l'uncinetto) faccio lavori semplici di cucito come attaccare i bottoni, rammendare i calzini e fare l'orlo ai pantaloni. So fare un taglio ai capelli (anche a me stesso).

Riparo le biciclette, so tornire e saldare il ferro, fare i lavori base del muratore, le cose utili di idraulica come sostituire le guarnizioni e i rubinetti quando perdono. Ho fatto e riparato anche impianti elettrici visto che come elettrotecnico era una delle cose imparate a scuola.

Ma ora vi starete chiedendo: ma perchè cavolo ci racconta queste cose?! Volevo solo chiarire che quando parlo di " lavoro" inteso nel senso più ampio del termine, parlo di una esperienza fisica e mentale che ho provato e che mi appartiene nel profondo e della quale mi sento autorizzato a trattare (ovviamente a titolo gratuito) e che penso che molti nostri politici non abbiano la stessa conoscenza ed esperienza pari alla mia in questo campo.

In questi anni di crisi si discute e si cerca di affrontare una delle piaghe più grandi: la disoccupazione e in particolare quella giovanile. Come creare posti di lavoro? In quali settori? E con quali strumenti? L'unica ricetta sul campo è che con il ritorno della "crescita" potrà aumentare l'occupazione: anche gli addetti ai lavori sanno che non è vero, che con una crescita sotto al 2 o 3% del Pil l'occupazione non cresce, perchè nel frattempo l'automazione e il progresso tecnologico sostituiscono il lavoro dell'uomo con quello delle macchine.

Se osserviamo "il lavoro" nella storia dell'uomo, vediamo come per secoli le attività di "sussistenza" hanno convissuto con i lavori "da reddito", ancora oggi molte attività non sono monetizzate e così sono invisibili al calcolo del Prodotto Interno Lordo: il lavoro delle casalinghe, dell'assistenza famigliare ai piccoli e agli anziani, la conduzione dell'orto e di tutte le attività di autosussistenza che certamente non saprei elencare senza dimenticarne di importanti.

Io penso che in futuro si tornerà "all'antico", ovviamente non come l'abbiamo conosciuto, un futuro dove diminuirà il lavoro da reddito e dove si dovrà incentivare, valorizzare e tener conto di tutte le altre forme di lavoro, perchè in realtà tutto il lavoro concorre alla produzione di ciò che serve per vivere, al benessere delle famiglie e della comunità. Se non faremo così, si allargherà sempre di più la forbice tra una fascia benestante della società e una fascia sempre più indigente.

Enzo Princivalle

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